mercoledì 9 marzo 2016

Sul treno l'ombrello sarà compreso nel biglietto?


La cosa che più mi colpisce di questa foto è la faccia imperterrita del macchinista: si può guidare un treno carico di gente mentre ti piove dentro ed essere costretto a fare finta di niente? Si può. Basta vedere il documento filmato e pubblicato dal Corriere.it (il link è in fondo al post). Quest'uomo tiene in una mano il comando del convoglio e nell'altra un ombrello per ripararsi dal ben di Dio che gli viene giù in cabina. Non è l'unico a viaggiare ad ammollo: anche i suoi passeggeri sono costretti ad aprire l'ombrello in carrozza. Già aprirlo al chiuso porta sfiga. Ma è peggio arrivare al lavoro come appena usciti dalla doccia.


Siamo a Napoli, sulla Circumvesuviana. Ma chiariamoci subito e sfatiamo il mito che solo al Sud sia normale trovare una situazione del genere. Faccio il pendolare (o meglio, sono ostaggio di Trenord) da 15 anni. I treni fanno riferimento a Milano, la città dell'Expo, dell'evoluzione, del futuro. La città che ha dimostrato a milioni di turisti di tutto il mondo che è in grado di muovere le masse. Caro Totò, circumvesuviano, quanta ragione avevi quando dicevi: "Ma mi faccia il piacere!!!"

E quanto fa male il monopolio ai cittadini, in qualsiasi settore, anche in quello dei trasporti. In 15 anni ho visto dei capitreno far partire dei convogli con 1.000/1.500 persone a bordo (molte di loro in piedi). Capitreno che, due-tre fermate dopo la partenza, scoprono che alcune porte non funzionano, che la locomotiva non ce la fa, che cola acqua da tutte le parti, che il riscaldamento non funziona. O, più stupefacente ancora, che ci sono "problemi sulla via aerea". Ma non viaggiamo sui binari? Nessuno è in grado di dare una spiegazione. Casualmente, quando accadono quegli episodi, nessuno ha il coraggio di passare da un vagone all'altro dicendo: "Prego, bigliettiiii...". Anche i capitreno hanno una famiglia.

La capacità di reazione della loro azienda davanti ad un imprevisto lascia sbalorditi in un Paese che, secondo il premier che lo governa, non ha nulla da imparare da nessuno. Qualche anno fa, mentre tornavo a casa dal lavoro, un uomo si è buttato sotto il treno alla stazione di Paderno Dugnano, sulla linea che da Milano porta verso la Brianza. Purtroppo, non è un episodio isolato. Succede ogni tanto. Quella volta le centinaia di persone che restavano parcheggiate in quella stazione sono state avvisate, dopo 40 minuti, che sarebbero state trasportate in bus alla stazione successiva. Eravamo almeno in mille. Trenord ha messo a disposizione un autobus da 50 posti. E dico UN autobus. Il secondo non l'abbiamo mai visto. Abbiamo aspettato che sgomberassero la stazione dopo i rilievi dei Carabinieri e che un treno venisse a prenderci. Due ore mollati sul marciapiede di una stazione di provincia. Dopo tutto, non faceva tanto freddo.

Lo stesso succede in caso di guasto. Non c'è un servizio di emergenza. Non c'è un piano che preveda un intervento immediato in caso di guasto o, peggio ancora, in caso di incidente o di investimento. Certo, sono previsti autobus sostitutivi. Bisogna, però, avvisare l'autista della società convenzionata, il quale deve raggiungere il mezzo, partire verso la stazione interessata.... Proprio un piano degno di un Paese che funziona.

Il monopolio, ripeto, fa male ai cittadini. Trenord, come la Circumvesuviana o qualsiasi altra linea ferroviaria, sa di avere l'esclusiva sul trasporto dei pendolari. Non dico di chi vuole farsi una vacanza ma di chi deve andare a lavorare la mattina e tornare a casa la sera. Non ti sta bene? Muoviti in macchina e lasciala in un parcheggio il guadagno della giornata.

E' questa l'Italia che va? No, caro Renzi. Non è questa l'Italia che hai venduto all'Expo e che ti ostini a vendere in ogni vertice internazionale a cui assisti con l'espressione del primo della classe. Questa è l'Italia che non va e che nascondi. E che ha bisogno dell'intervento tuo e del tuo governo. Bisogna dire "basta" al monopolio oppure cacciare via chi lo gestisce male. La gente non ce la fa più ad allargare le braccia dicendo "è quello che ci tocca". No. E' quello che paghiamo. Quando facciamo un biglietto o un abbonamento, stiamo facendo un CONTRATTO con un'azienda che si impegna a rispettare un servizio in condizioni dignitose. Ed è ingiusto e deleterio che, se quel servizio non ci viene garantito per l'incompetenza di chi lo gestisce, noi dobbiamo rassegnarci. Mentre, se siamo noi a non rispettarlo, il capotreno ha il diritto a buttarci giù dal vagone dopo averci dato la multa.
No, Renzi. Questa Italia (come i suoi treni) non parte se le Regioni che detengono buona parte della partecipazione societaria di queste aziende chiudono i tre occhi per far finta che tutto vada bene. Perché, a questo punto, come premier, hai la facoltà - oltre che il dovere - di sollevare di peso i governatori. Valgono sicuramente meno delle migliaia di persone che, ogni santo giorno che Dio manda sulla terra, ci rimettono in busta paga l'inefficienza di chi (politico o amministratore che sia) sente al sicuro il proprio deretano su una comoda poltrona. Grazie a chi glielo permette.


Il servizio del corriere.it


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